La definizione più completa di tossicodipendenza è: una modalità patologica di assunzione di una sostanza che conduce a menomazione o a disagio clinicamente significativo.
L’abuso cronico di droghe produce cambiamenti disfunzionali e maladattativi, non solo nei sistemi neurotrasmettitoriali implicati nella modulazione degli effetti di rinforzo acuto, proprio delle sostanze d’abuso, ma anche in altri sistemi motivazionali, agendo, soprattutto, sui meccanismi cerebrali di controllo e modulazione della reattività allo stress.
Lo stress svolge sicuramente un ruolo sia nell’esordio dell’abuso di sostanze, sia nel mantenimento della dipendenza ed è, inoltre, uno dei fattori maggiormente coinvolti nella ricaduta, nei soggetti in fase d’astinenza. In epoca adolescenziale e giovanile, sempre più numerosi soggetti presentano una serie di comportamenti di ricerca estrema di sensazioni forti. Tali comportamenti si orientano, non infrequentemente, verso esperienze rischiose, talvolta esplicitamente pericolose ed estreme, se non potenzialmente autodistruttive.
Per tali soggetti, esperienze meno intense e legate alla vita quotidiana risultano di fatto noiose, incapaci, cioè, di evocare livelli sufficienti di gratificazione e, talora, nemmeno livelli sufficienti di attenzione ed interesse.
La noia, il senso di vuoto, l’incapacità di provare interesse e piacere nelle attività quotidiane della vita porta, talora, questi soggetti alla ricerca di stimoli intensi e nuovi, spesso trasgressivi e ad elevato impatto emozionale.
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