I disturbi dell’umore comprendono i disturbi che hanno come caratteristica predominante un’alterazione dell’umore, diretto riflesso della tonalità affettiva in un determinato momento.
I Disturbi dell’Umore sono suddivisi in Disturbi Depressivi (“depressione unipolare”), Disturbi Bipolari e due disturbi basati sull’eziologia - Disturbo dell’Umore Dovuto ad una Condizione Medica Generale e Disturbo dell’Umore Indotto da Sostanze.
I Disturbi Depressivi (Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbo Distimico e Disturbo dell’Umore Non Altrimenti Specificato) si distinguono dai Disturbi Bipolari per l’assenza di Episodi Maniacali, Misti o Ipomaniacali in anamnesi.
I Disturbi Bipolari (Disturbo Bipolare I, Disturbo Bipolare II, Disturbo Ciclotimico e Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato) implicano la presenza (o l’anamnesi) di Episodi Maniacali, Episodi Misti o Episodi Ipomaniacali, solitamente accompagnati dalla presenza (o anamnesi) di Episodi Depressivi Maggiori.
- Il Disturbo Depressivo Maggiore è caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori (per almeno due settimane umore depresso o perdita di interesse, accompagnati da almeno altri quattro sintomi depressivi).
- Il Disturbo Distimico è caratterizzato dalla presenza per almeno due anni di umore depresso quasi ogni giorno, accompagnato da altri sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore.
- Il Disturbo Bipolare I è caratterizzato da uno o più Episodi Maniacali o Misti, solitamente accompagnati da Episodi Depressivi Maggiori.
- Il Disturbo Bipolare II è caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori accompagnati da almeno un Episodio Ipomaniacale.
- Il Disturbo Ciclotimico è caratterizzato dalla presenza, per almeno due anni, di numerosi periodi con sintomi maniacali che non soddisfano i criteri per l’Episodio Maniacale e di numerosi periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per l’Episodio Depressivo Maggiore.
Il contenuto tematico delle cognizioni dei pazienti depressi risulta caratterizzato nel modo sotto indicato.
- BASSA CONSIDERAZIONE DI SÉ: la persona opera un confronto sfavorevole rispetto alle altre persone del proprio gruppo di riferimento o ai propri standard e/o un'autodegradazione non realistica nelle sfere che sono importanti per il paziente.
- IDEE DI PRIVAZIONE: il paziente verbalizza di sentirsi solo, indesiderato ecc., anche a dispetto di manifestazioni inequivocabili di amicizia e affetto. Ritiene di trovarsi in una situazione economica precaria anche a dispetto di un solido conto in banca ecc.
- AUTOCRITICHE E AUTO-RIMPROVERO: il paziente rivolge a se stesso rimproveri per difetti che percepisce in sé o proprie manchevolezze, a volte prive di fondamento logico, in aree in cui nutre aspettative nei propri confronti.
- PROBLEMI E DOVERI OPPRIMENTI: l'individuo ingigantisce considerevolmente problemi e responsabilità che, in altri periodi, considerava secondari o insignificanti.
- AUTOCOMANDI E ORDINI: il paziente si ripete spesso "dovrei" o "devo", si impone di fare una serie di attività, si pungola a portarle avanti anche in condizioni inattuabili.
- DESIDERI DI FUGA: la persona considera insolubili i propri problemi e gravose le proprie responsabilità, pertanto la fuga rappresenta una soluzione obbligata.
La pluralità delle caratteristiche cognitive che si sono riscontrate nella depressione può essere ricondotta sinteticamente a tre pattern cognitivi idiosincratici (TRIADE COGNITIVA DEPRESSIVA):
- INTERPRETAZIONE NEGATIVA DELL'ESPERIENZA: tendenza dell'individuo depresso a interpretare in maniera selettiva, impropria e autodenigratoria fatti ed esperienze attuali: la persona depressa finisce col pensare che gli altri gli facciano delle richieste esorbitanti per le proprie forze, con il risultato di vedere la propria giornata costellata di ostacoli e le interazioni quotidiane con l’ambiente come una serie di insuccessi;
- VALUTAZIONE NEGATIVA DI SÉ: l’individuo depresso tende a sottovalutare le proprie capacità e le proprie risorse, a considerarsi inutile o sgradevole o indegno, a ritenersi privo di qualcuno degli attributi che reputa essenziali per una vita normale e serena, con il risultato di criticarsi, rimproverarsi, punirsi;
- ASPETTATIVE NEGATIVE DEL FUTURO: l'individuo depresso tende a formulare previsioni negative a breve come a lungo termine, ad aspettarsi un future cosparso di ostacoli e di sofferenze, con il risultato di vedere la morte come una liberazione o come una soluzione.
La stessa dimensione del futuro viene compromessa: come progettualità, libertà; il futuro non esiste, esiste solo come protrarsi delle sofferenze d'oggi.
Tratto dal DSM IV TR
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