Periodo ben delimitato di intensa apprensione, paura o terrore durante il quale possono essere avvertiti differenti e numerosi sintomi fisiologici, relativi a diversi distretti somatici.
Gli attacchi di panico di solito durano alcuni minuti, a volte 10-20 minuti. La sintomatologia, nel corso dell'attacco, regredisce spontaneamente in breve tempo. Per affrettarne la risoluzione può essere sufficiente respirare solo a bocca chiusa, con una respirazione cadenzata di tipo addominale per una decina di minuti.
Il DISTURBO DI PANICO è dato da esperienze di attacchi di panico inaspettati e ricorrenti, cui fanno seguito, persistenti preoccupazioni di poter avere nuovi attacchi e significative alterazioni del proprio comportamento in rapporto a detta preoccupazione.
Il disturbo di panico è spesso il risultato di interpretazioni "catastrofiche" relative a normali sensazioni corporee. Il costante monitoraggio di dati provenienti dal proprio corpo e dall'ambiente favorisce un costante stato di apprensione, per la minaccia incombente che si verifichi un attacco. Questo stato contribuisce ad un concreto innalzamento del livello d'ansia, che intrappola il soggetto in un circolo vizioso in cui i sintomi dell'attivazione confermano l'interpretazione erronea, che a sua volta incrementa l'ansia.
Subentrano 3 fattori di mantenimento: l'attenzione selettiva riguardo alle sensazioni corporee, i comportamenti protettivi associati alla situazione e i comportamenti di evitamento.
Tratto da "Trattamento cognitivo dei disturbi d'ansia" di Wells Adrian, Ed. McGraw-Hill
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