Ogni persona umana ha sin dalla nascita un patrimonio organico innato che riceve attraverso la trasmissione ereditaria, da cui deriva la costituzione morfologica e la costituzione fisiologica. Il complesso di questi elementi determina una iniziale struttura psichica, il temperamento, che costituisce la risposta psichica naturale al corredo organico ereditario, e l’insieme aspetti formali della condotta.
Il carattere invece è frutto dell'iniziativa del soggetto sotto l'influsso dell'ambiente, ossia l’insieme delle dimensioni morali della condotta. La personalità unifica gli aspetti biologici del temperamento e quelli psichici del carattere, condizionati ed influenzati dall'ambiente, concernendo gli aspetti sociali della condotta, valori, modelli di comportamento, forme di organizzazione sociale in grado di modificare l'ambiente e la stessa personalità .
LA PERSONALITÀ è un’organizzazione di modi di essere, di conoscere, di agire, che assicura unità , stabilità e coerenza, e progettualità alle relazioni dell’individuo con il mondo: partendo da una base neurologica ereditaria, si modella nei rapporti con l’ambiente, dal quale giungono info che vengono recepite, memorizzate, interpretate ed utilizzate. Essa concerne l’espressione della persona, la percezione di sé e altrui, nonché la percezione che gli altri hanno della persona, risultanti anche dalla concertazione sinergica di fattori biologici e psicologici e dall’incontro di un organismo con l’ambiente, secondo continue interazioni e comprende un insieme di abilità che possono formare tre repertori comportamentali di base: emozionale-motivazionale, costituito dagli stimoli interni ed esterni che elicitano risposte emozionali con valore rinforzante e che forviano il sottosistema motivazionale della persona; senso-motorio nel cui interno si realizzano le abitudini sociali che permettono alla persona di fronteggiare l'ambiente sociale e le sue aspettative; linguistico-cognitivo, formato da una serie di sottorepertori che sarebbero la base del funzionamento dei processi cognitivi quali il ragionamento e l'elaborazione dei concetti tra cui quello del Sé e della concezione del mondo.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC) è una psicoterapia sviluppata negli anni ’60 da A.T. Beck ed oggi adottata nella pratica clinica dalla maggior parte degli psicoterapeuti.
È una terapia strutturata (si articola secondo una struttura ben definita, benché non in maniera rigida, per assicurarne la massima efficacia), direttiva (il terapeuta istruisce il cliente ed assume attivamente il ruolo di “consigliere espertoâ€), di breve durata (cambiamenti significativi sono attesi entro i primi sei mesi) ed orientata al presente (è volta a risolvere i problemi attuali).
Essa è finalizzata a modificare i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del cliente, producendo la riduzione e l’eliminazione del sintomo e apportando miglioramenti duraturi nel tempo.
La TCC è un terapia adatta al trattamento individuale, di coppia e in gruppo, e funziona a prescindere dal livello culturale, la condizione sociale e l’orientamento sessuale del paziente.
In aggiunta ai riferimenti classici del comportamentismo, la TCC si basa sul modello cognitivo, che ipotizza che le emozioni e i comportamenti delle persone vengono influenzati dalla loro percezione degli eventi. Non è la situazione in sé a determinare direttamente ciò che le persone provano, ma è piuttosto il modo in cui esse interpretano certe esperienze.
All’origine dei disturbi vi è, dunque, un modo distorto di pensare, che influenza in modo negativo l’umore e il comportamento del paziente. La TCC aiuta le persone ad identificare i loro pensieri angoscianti e a valutare quanto essi siano realistici. Mettendo in luce le interpretazioni errate e proponendone delle alternative - ossia, delle spiegazioni più plausibili degli eventi - si produce una diminuzione quasi immediata dei sintomi. Infatti, una valutazione realistica delle situazioni e la modificazione del modo di pensare producono un miglioramento dell’umore e del comportamento. Benefici duraturi si ottengono con la modificazione delle credenze disfunzionali sottostanti del paziente e attraverso l’addestramento dei clienti a queste abilità cognitive.
Le interazioni dei soggetti con il mondo e con le altre persone li portano a maturare alcuni convincimenti attraverso l’apprendimento - le loro credenze - che possono variare nella loro esattezza e funzionalità . Attraverso la TCC le credenze disfunzionali possono essere “disimparate†e possono essere apprese e sviluppate nuove credenze più realistiche e funzionali. In sintesi, la TCC agirà sui pensieri automatici (che sono il livello cognitivo più superficiale: i pensieri e le immagini distorte che attraversano in maniera rapida e incontrollata la mente di una persona di fronte a certe situazioni specifiche e ne condizionano negativamente l’umore), le credenze intermedie (opinioni, regole e assunzioni disfunzionali) e le credenze di base (che costituiscono il livello di credenza più profondo: sono globali, rigide e ipergeneralizzate).
A differenza delle altre psicoterapie, la TCC si focalizza sul presente, è più breve ed è più orientata alla soluzione dei problemi attuali. I clienti apprendono alcune specifiche abilità che possono utilizzare per il resto della vita. Esse riguardano l’identificazione di modi distorti di pensare, la modificazione di convinzioni irrazionali e il cambiamento di comportamenti disadattivi. Inoltre, una differenza importante è che la TCC poggia su una base sperimentale e un metodo scientifico, e la sua efficacia nel trattamento di numerosi disturbi psicologici è stata convalidata empiricamente.
Numerosi studi hanno dimostrato che la TCC è efficace nel trattamento di una vasta gamma di disturbi psicologici: la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, le fobie, i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità psicogena), le forme di stress post-traumatico, la dipendenza da alcol e droghe, le disfunzioni sessuali, i problemi di coppia e, combinata alla somministrazione appropriata di farmaci, i disturbi di personalità e la schizofrenia.
Le prime sedute vengono dedicate alla conoscenza dei problemi del cliente e alla costruzione della relazione terapeutica. La fase di anamnesi (assessment comportamentale e cognitivo) viene condotta utilizzando, oltre al colloquio clinico, test psicodiagnostici ed è volta alla valutazione dello stato emotivo del cliente, alla ricostruzione delle esperienze salienti della sua vita e alla chiara definizione dei suoi problemi attuali e dei suoi obiettivi. Quando il caso e la diagnosi clinica saranno abbastanza chiari, il terapeuta propone al cliente un contratto terapeutico. Egli riassumerà le sue valutazioni, prospetterà al cliente le sue ipotesi e formulerà delle interpretazioni degli eventi. Delineerà un progetto terapeutico, con strategie e obiettivi concreti, utili e raggiungibili, connessi con i problemi esplicitati dal cliente e coerenti con le sue aspettative. Successivamente il terapeuta spiegherà i principi teorici e le finalità della terapia, ed illustrerà brevemente le tecniche che verranno utilizzate, nonché i tempi, il costo e le probabilità di successo della terapia, per quanto ciò sia possibile. Poi si passerà all’intervento terapeutico vero e proprio, in un clima di fiducia e di orientamento positivo al cambiamento. Verso la fine della terapia, quando il cliente si sentirà meglio, le sedute potranno essere diradate nel tempo fino alla conclusione. Potranno poi seguire delle sedute di richiamo (follow-up) a tre, sei e dodici mesi dalla conclusione della terapia.
Di solito le sedute si svolgono all’interno di uno studio con delle poltrone e un tavolino o una scrivania.
Il terapeuta e il cliente sono seduti faccia a faccia, ma la loro posizione può eventualmente variare nel caso in cui vengano utilizzate determinate tecniche (rilassamento, role-playing, modeling, ecc.). Le sedute durano circa un’ora, e la loro frequenza è settimanale (più raramente, bisettimanale).
Il clima è disteso, empatico e collaborativo. Oltre al colloquio, spesso si utilizzano in seduta alcuni materiali terapeutici, come test e questionari psicodiagnostici, diari giornalieri per la registrazione e il monitoraggio delle attività del cliente, schede per esercizi in studio e per i compiti a casa (homework). Dopo un rapido controllo dell’umore del paziente, si fissa un ordine del giorno, stabilendo gli argomenti di cui si tratterà nella seduta. In maniera collaborativa, i problemi verranno trattati facendo ricorso alle tecniche più appropriate. Poi si passerà all’assegnazione di alcuni compiti a casa, ovvero degli esercizi che il cliente svolgerà durante la settimana e che verranno discussi insieme nella seduta successiva.
Gli interventi di TCC si basano sull’uso di numerose tecniche finalizzate a modificare comportamenti, emozioni e cognizioni non funzionali. Esse derivano dall’integrazione del modello cognitivo con l’orientamento comportamentista. Esse includono: il problem-solving, il decision-making, gli esperimenti comportamentali, il monitoraggio e la programmazione delle attività , la distrazione e la rifocalizzazione, le tecniche di rilassamento, i coping cards, l’esposizione graduale, il role-playing, e molte altre ancora.
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